mercoledì 15 aprile 2015

QUATTORDICESIMO ESTRATTO CAP. 11

Ania ricordò al compagno che la vita di Emma era in pericolo e che dovevano muoversi in fretta per sapere da Timmy se avessero potuto fare qualcosa con le cure che si era portato, dall’altro mondo.
Con uno schioccò delle dita, Ania catapultò tutti e tre dall’elfo che già stava consultando i libri medici di magia, che aveva portato da Fairy.
Sfogliò ripetutamente le pagine, mentre Damian deponeva Emma nel suo letto, coprendola.
Non aveva una bella cera: era madida di sudore e il colorito era bruno, quasi scuro,come se la pelle non riuscisse a respirare e fosse in apnea. Continuava a scrollare la testa da una parte all’altra e si agitava, delirando. Il corpo era una stufa bollente, mentre gli arti erano gelidi come se fosse rimasta per ore in mezzo alla neve.
L’elfo non parlò ma lo sguardo che lanciò alla ragazza era più eloquente di mille parole.
“Non so come reagirà il suo corpo al morso del licantropo.
Qui sulla Terra e i testi che ho con me, non mi sono per niente di aiuto. E’ una situazione unica nel suo genere”.
Continuava a sfogliare le pagine e a raccontare, contemporaneamente, che nei secoli passati a Fairy non era mai accaduto che una strega fosse morsa da un licantropo, visto il confine che marcava le esistenze degli esseri della luce da quella dell’oscurità erano sotto la sorveglianza dei custodi.
Le streghe si erano sempre ben guardate dall’istigare i licantropi perché amanti della pace e i branchi erano più interessati alla lotta contro i vampiri, possessori del potere delle tenebre, che all’energia della luce. La loro convivenza non era mai stata messa in discussione ed ora questa occasione anomala non gli consentiva di diagnosticare le ripercussione del caso, non avendo un metro di valutazione passato.
“Come possiamo salvarla allora, se neanche tu sai cosa fare?”, chiese adirato Damian.
Ania tenne la mano dell’amica, sussurrandole che tutto sarebbe andato bene e, a alla domanda del guardiano, si interruppe per dirgli:“ L’unica soluzione è quella di consultare gli anziani su Fairy e chiedere loro quali possibilità abbiamo di curarla qui o se dobbiamo ricondurla a casa”.
Damian a quelle parole, smise di camminare avanti e indietro, come faceva già da un bel po’ e si volse verso Ania per chiedergli se fosse il caso di andare lui stesso.
“No, è meglio che tu non ti muova di qua, altrimenti ti impediranno di tornare per non incorrere in una nuova lotta con Ethan. Tuo padre non accetterà mai che vi combattiate e farà di tutto perché rimanga con lui”, spiegò invece Timmy al posto della fanciulla.
Si offrì lui di andare a parlare con gli anziani e nel frattempo, diede ordini agli altri di tenere gli arti di Emma al caldo e di raffreddare il corpo con degli impacchi di ghiaccio.
Damian lo vide mettersi di fronte al grande specchio, che prendeva tutta la sua parete e fissarlo intensamente. L’elfo si mosse, quasi volesse toccarlo e gli si creò davanti un vortice magico che lo riflesse. Allungò una mano verso di esso e il vortice lo risucchiò lentamente, al suo interno, finché non scomparve dalla loro vista.
Damian rimase a bocca aperta per la sorpresa e trasalì un poco per il modo in cui il piccolo amico con noncuranza, trovò l’entrata del portale per l’altro regno, allontanandosi da loro.
“E’ una cosa che sa fare solo lui o è il mezzo di trasporto più veloce che abbiamo?”, chiese ironico per sdrammatizzare un po’ la situazione.
Ania sorrise e gli disse che ogni parte del mondo che avesse un riflesso era in realtà un portale che faceva da tramite tra i due mondi: uno specchio, il riflesso di una vetrata di un negozio, un fiume, un lago…bastava solo che la persona potesse intravedersi dall’altro lato e richiamare le ombre dell’altro mondo per poterlo attraversare.
“E tu cosa hai attraversato per venire a cercarmi?”, chiese incuriosito.
“Io sono passata attraverso le acque cristalline della fontana di Trevi, risalendo da dietro le spalle di Oceano, la statua centrale del monumento ,insieme alle monetine che i turisti hanno depositato sul fondo”, rispose con lo stesso tono canzonatorio del primo.
Il sopracciglio alzato del guardiano oscuro fece capire ad Ania che proprio non si aspettava quel tipo di portale, quando le aveva fatto la domanda e si allontanò da lui che ancora sorrideva.


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